Parago
Questo verbo transitivo e intransitivo nel N.T. si trova soltanto con significato intransitivo nei seguenti passi: Mt 9,9; 9,27; 20,30; Mc 1,16; 2,14; 15,21; Io 8,59; 9,21; 1 Cor 7,31. Nella forma passiva o media si legge in 1 Io 2,8, 2,17; Tranne Mc 15,21, nei vangeli soggetto del verbo è sempre Gesù che passa oltre. L’espressione Xai paragon, che ritorna in Mc 1,16; 2,14; Io 9,1, può essere considerata una formula d’inizio di pericope.
Le parole di 1 Cor 7,31 ricordano quelle di 1 Io 2,17. Forse l’espressione giovannea deriva da quella di Paolo. Ma la ripresa del verbo paraghei di uso così raro e quasi tecnico, fa pensare che si tratti di un luogo comune dell’apocalittica. In entrambi i passi il verbo ha significato particolare di passare, scomparire, a cui corrisponde forse il pertransire di 4 Es 4,26. Nella stessa accezione si trova in Mt 5,18; 24,34 s; 2 Petr 3,10.
Il termine ebraico corrispondente è abar tradotto come paraghein. Intendendo in 1Cor 7,31 sxema come habitus in senso teatrale , si può dare a paraghein anche il senso di far comparire, presentare (sulla scena).
Potremmo quindi tradurre: la parte la parte di questo mondo è finita e un altro sxema comparirà sulla scena. Il presente verbo indica che il grande evento escatologico è già in fase di compimento.